Musica

Intervista a Ludovico Einaudi

Intervista a Ludovico Einaudi

Ludovico Einaudi è uno dei pianisti e compositori contemporanei di maggior successo: ogni suo concerto riesce a catalizzare l’attenzione di un vasto pubblico e avvicinare spettatori molto diversi per età e genere. Su di lui si potrebbero scrivere fiumi di parole. Perché è nipote di un grande statista, figlio di un editore ed è stato allievo di Luciano Berio.
Da tre anni è il direttore artistico del Verucchio Festival, dove l’anno scorso ha inaugurato l’apprezzata formula del doppio concerto: uno in piazza nella prima parte della serata, con ospiti italiani e internazionali, l’altro con artisti ancora poco conosciuti, nella cornice della suggestiva rocca. La manifestazione, giunta alla sua ventitreesima edizione, si è conclusa ieri sera con un’esibizione del pianista, che ha registrato il tutto esaurito. Qual è il suo bilancio del Verucchio Festival di quest’anno?
Buono, direi anzi ottimo. Personalmente sono molto contento perchè il cartellone che abbiamo presentato piace sia a me che lo curo in prima persona, ma soprattutto al pubblico, che ha seguito tutte le iniziative. Ho partecipato alle serate insieme agli spettatori, per comprendere al meglio l’umore di chi stava assistendo e ho ricevuto numerosi complimenti. Anche quest’anno, poi, ho proposto alcune esibizioni di artisti che non sono ancora molto conosciuti dal grande pubblico italiano e questa scelta che potrebbe comportare dei rischi, per fortuna ha avuto risposte positive. I concerti a Verucchio si svolgono all’aperto, nel piazzale della Collegiata e nella Rocca Malatestiana. Perchè la scelta di questi spazi?
Innanzitutto perché i luoghi estivi destinati ai concerti sono sempre all’aperto, quindi la scelta è stata abbastanza obbligata. In più, la disposizione di Verucchio li rende particolarmente funzionali a questo tipo di eventi. Non ultimo, io preferisco suonare all’aperto, che non al chiuso di un teatro. Che effetto ha il contesto in cui si svolgono i suoi concerti?
Negli ultimi anni ho avuto la possibilità di suonare in posti profondamente diversi dai teatri tradizionali: ho tenuto un concerto nel deserto del Mali, un altro in una baita sulle Alpi, sono stato il primo a suonare all’Hangar della Bicocca a Milano, un ex capannone industriale riqualificato a spazio artistico. La mia musica è influenzata da tutto, anche e soprattutto da dove mi trovo. Nell’ultimo cd “Divenire” ha unito il pianoforte e sei archi alla musica elettronica. Perché?
Da tempo sto portando avanti una ricerca artistica che possa unire la mia musica con il live electronic. Uno degli aspetti positivi dell’ambiente musicale è la possibilità di instaurare collaborazioni e confronti con generi e culture diversi dal proprio. Così ho deciso di sperimentare questa fusione di suoni con il dj berlinese Robert Lippok per regalare un'emozione speciale: l’armonia che si crea tra i colori caldi del pianoforte e degli archi, suonati dal vivo, e l’artificio dell’elettronica. Ormai, oltre ad essere molto famoso come artista e nome, ha reso molto riconoscibile anche il suo stile musicale. Le fa piacere?
Sicuramente. Così come un cantante usa la sua voce per esprimere la propria arte, io parlo attraverso e con il mio pianoforte. E’ bello sapere di essere diventato così riconoscibile, come lo sarebbe il timbro di un cantante, soprattutto perché ottenere lo stesso effetto con il pianoforte non è altrettanto semplice. Che rapporto ha con Verucchio e più in generale con la Romagna?
Mi piace molto questa terra, mi piace soprattutto la gente che la abita. Non è solo un modo di dire: c’è un calore speciale qui e i giorni che trascorro a Verucchio sono contraddistinti da un rapporto molto intimo con gli abitanti di questo splendido paese. La rivedremo a Verucchio anche l’anno prossimo, quindi?
Sì, credo e spero di sì. Ora che si è concluso il Festival, come proseguirà la sua estate?
Sto terminando le ultime date italiane del tour di Divenire, poi da agosto proseguiremo la tounèe in Inghilterra, Germania e altre tappe in Europa. Così il Maestro riprenderà la sua strada, il suo Divenire, dopo aver regalato a tutti i presenti una indimenticabile serata di musica. Cicale e cielo stellato compresi.